Settimo Martinello

Settimo Martinello

Settimo Martinello è nato il 5 aprile 1954 a Bressanone, paesino turistico sito a 30 km a nord di Bolzano, settimo di otto figli: Tarcisio, Clara, Lino, Rita, Gabriella, Bruno, Settimo, Gianni. Il padre, Mario Martinello, era guardia giurata in un deposito militare di munizioni e la madre, Bruna Montin, casalinga. La famiglia si trasferisce da Vipiteno a Bolzano nel 1964. I suoi studi, dopo la scuola dell’obbligo, sono un po’ anomali. Inizia frequentando, presso l’Istituto Tecnico Industriale Galileo Galilei di Bolzano, un triennio per diventare operaio specializzato. Raggiunto il risultato trova un lavoro come tornitore a Landeck in Austria, ma si rende conto presto che quella non è la sua strada.

Pochi giorni prima dell’esame di ammissione al quarto anno dell’Istituto Tecnico Industriale si licenzia e, notte tempo, con una moto Ducati da corsa, si precipita a Bolzano dove assieme ad un amico, Claudio Paterno, affronta la preparazione superando poi l’esame di ammissione.
In quegli anni cerca di non pesare troppo sul bilancio famigliare arrangiandosi con diversi lavori. E’ falegname nell’estate del quattordicesimo anno di vita. I primi soldi guadagnati finiscono in una magnifica tromba, strumento dei suoi sogni, che deve presto accantonare per le ripetute e vigorose proteste dei vicini. Lavora come idraulico nelle estati tra 15 e 17 anni, con l’impresa Mussak come montatore di tende in campeggi estivi in Costa Azzurra, come asfaltatore con l’impresa Piccoli, come montatore di minigolf in numerosi hotel italiani ed esteri. In tutto questo girovagare assimila modi diversi di vivere, scopre la ricchezza e la povertà dei sentimenti, la varietà delle persone.

Dopo la Maturità si iscrive all’ Università di Padova, dove studia Ingegneria con specializzazione in meccanica. Si distingue presto per il ritmo con cui supera gli esami, a parte quello di disegno, che lo perseguiterà fino al V anno impedendogli di fatto di ottenere la laurea con il punteggio di 110/110.

Superati tutti gli esami del I anno passa le vacanze-lavoro in Canada, ospite del suo nuovo datore di lavoro e cugino Settimo Soligo. Da lui fa il plumber per tre mesi, un duro lavoro dove i “nuovi” sono prevalentemente addetti al pick and shovel (piccone e badile). L’esperienza canadese e la feconda amicizia con l’omonimo Settimo lo ritempra. Nel tempo libero percorre i parchi in canoa ed impara, a forza di perdere scommesse col cugino, il gioco del golf, una disciplina sportiva che assieme al tennis, lo appassionerà per gli anni a venire.

In lunghe passeggiate e chiacchierate con il cugino costruisce una sua filosofia di vita, basata su cose semplici e sulla schiettezza dei rapporti umani.

Torna in Italia per iniziare il II anno che affronta di petto superando nuovamente tutti gli esami previsti già a giugno.

Nel 1977, nel pieno degli studi universitari, decide di compiere il suo dovere verso la patria. Parte quindi nel settembre 1977 per Cuneo per svolgere il servizio militare come recluta nel Corpo degli alpini. Non ne rimane molto soddisfatto e non riesce a studiare come sperava. Nell’aprile del 1978 si fa congedare per una presunta ulcera diagnosticata da una fantastica lastra a raggi X.

Riparte quindi a precipizio con gli esami che supera brillantemente tanto da ricevere un applauso dai colleghi studenti, alla sua entrata in classe, dopo un favoloso 30 ottenuto all’esame di Fisica Tecnica.

La tesi la svolge presso il CNR di Padova con un lavoro sperimentale dal titolo “Analisi di problemi di regolazione negli impianti solari per la climatizzazione ambientale”. E’ il suo primo approccio con la sperimentazione e ne rimane affascinato. Passa intere notti dormendo in un sacco a pelo ad attendere i risultati delle elaborazioni del computer: siamo nel 1978-79 e i computer sono ancora molto lenti nelle elaborazioni.

La laurea gli viene conferita l’11 aprile 1979 con il magnifico punteggio, per il Corso di Laurea in Ingegneria meccanica, di 108/110. In realtà ha provato fino all’ultimo a raggiungere il 110 ma dopo due ripetuti rifiuti di accettare un 21 all’ultimo esame, si deve accontentare di un 23.

La storia merita un approfondimento. Ricorderete l’unico esame non superato al I anno: disegno. In realtà le cose andarono ancora peggio. Dopo una prima risposta sbagliata ritenuta sufficiente per emettere un giudizio, l’esaminatore lo congedò. Martinello si rifiutò di alzarsi dalla sedia e dovette essere portato via di peso dagli inservienti seduto sulla sedia stessa, duro in volto ed a braccia conserte. Peccato che l’esaminatore fosse titolare anche della cattedra di “Macchine”, esame del V anno.

Ecco puntuale, dopo cinque anni, la vendetta. Di fronte ad un ottimo esame la votazione che ottiene, ovviamente insindacabile, è 21. Rifiuta il voto e ci riprova dopo un mese, il voto è ancora 21. Rifiuta di nuovo e ci riprova dopo due mesi ottenendo un 23, questa volta lo accetta, manda a quel … chi di dovere e segna un altro + nel suo personale elenco delle persone da evitare per vivere serenamente.

Inizia così la sua avventura nel mondo reale. Accetta un incarico trimestrale al CNR per proseguire le ricerche, ma ben presto si rende conto che non fa per lui. Il lavoro è troppo limitato, manca di stimoli.

Accetta quindi l’incarico di progettare una macchina vendemmiatrice per la ditta Harvest. Il progetto persegue l’obiettivo di ottenere una macchina che raccolga automaticamente l’uva. Il primo prototipo, venduto in 15 esemplari nel Veneto, è un’impresa dura. La macchina fa il suo lavoro, anche bene, ma ha bisogno di molta assistenza. Nei due anni seguenti, dai prototipi si passa ad una macchina veramente funzionale che nel 1981 è venduta in più di 100 esemplari. Nonostante il successo tecnico i suoi rapporti col Consiglio di Amministrazione sono in rotta. Due politiche e due mentalità diverse. Un freno troppo grande per l’esuberanza che monta. Da le dimissioni, e con i proventi dei diritti di progetto fonda assieme al fratello Gianni che trascina nell’avventura una società di ricerca e sviluppo tecnologico di macchine industriali: la 4 Emme S.r.l.

Sono anni difficili, non ha ancora ben chiaro cosa vuol fare. Molte grandi idee ma nessun finanziatore. Sviluppa quindi un brevetto, il Collaudatore GS, una apparecchiatura in grado di eseguire prove di carico utilizzando forze concentrate con la misura elettronica delle deformazioni. Per quegli anni è una vera e propria rivoluzione. Molti scettici e nessun compratore. Ma tiene duro, sviluppa personalmente il primo prototipo presso le officine Finardi di Bolzano. Poi, dopo una campagna di promozione a mezzo posta, ottiene finalmente la prima commessa da parte dell’Ing. F. Giuliani e dell’Ing. M. Agnusdei del laboratorio Giepi di Foggia. E’ il punto di partenza e di incoraggiamento. Quel primo assegno di 6 milioni ritempra lo spirito dopo un anno di duro lavoro.

In breve i clienti arrivano: l’ing. A. Formato di Benevento, l’ing. Angelini di Pescara, il geom. Davide Sala di Napoli, l’ing. E. Agneloni di Perugia e molti altri. A loro vende le sue macchine, gli insegna ad utilizzarle e trasferisce le prime fondamenta della teoria delle prove di carico con forze. Molti di questi personaggi si trasformano in imprenditori fondando società che oggi operano con successo nel settore delle prove non distruttive.

Inizia nel frattempo, utilizzando le stesse apparecchiature prodotte, un’attività di servizio rivolta ai professionisti. La società si sviluppa rapidamente con sedi a Milano, Verona, Bologna, Padova, Roma, Palermo, Genova, Torino, Cagliari … e mano a mano in tutte le più grandi città italiane, diventando in breve la società leader delle prove non distruttive. All’interno del gruppo forma una squadra di ricerca e sviluppo che permette di allargare le tipologie di indagine, sviluppando nuove tecniche ed apparecchiature. La società si rafforza e già nel 1988 è costituita da oltre 50 tecnici. Operano in tutti i settori delle indagini: sui materiali come calcestruzzo, acciaio, muratura, legno, e nel settore delle prove dinamiche, nei monitoraggi …

Nello stesso anno decide di formare la S.p.A. e, pur mantenendo il controllo azionario, forma un gruppo forte di soci: oltre al fratello Gianni che lo affianca costantemente fin dall’inizio, Luciano Ceschel e Giuliano Brusa direttori dell’ufficio di Milano, Paolo Minelli direttore dell’ufficio di Bologna, Walter Venesia direttore amministrativo. Amici più che soci. La società assume così una impronta manageriale mantenendo, però, una sicura connotazione da professionisti. L’azienda può far conto su personale altamente specializzato e fedele, nomi ben noti nell’ambiente e di cui Martinello sa impiegare le doti migliori.

Sono anni intensi quelli dal 1990 al 2000, anni difficili a causa della crisi edilizia post “mani pulite”. Ma la “4 Emme Service S.p.A.”, diretta con decisione da Martinello, ha il vantaggio di avere nel cassetto nuove idee e soluzioni che permettono di superare il periodo difficile e di guardare con sicurezza al futuro.

Sono di quegli anni numerosi brevetti dell’ingegnere, di cui alcuni hanno ben presto successo commerciale. Lo Speedymet, un’apparecchiatura da cantiere che consente di prevedere dopo poche ore dal getto la resistenza del calcestruzzo a 28 gg.

Il Metodo delle tangenti, una innovativa soluzione che permette, attraverso l’uso di sensori inclinometrici, di individuare in tempo reale la deformata di una struttura, in particolare i ponti, attraverso sensori posti sopra la struttura. Il Sismic, una apparecchiatura che consente di applicare in sito delle forze impulsive per simulare gli effetti dinamici dei carichi.

Ma la vena inventiva di Martinello non si limita al settore edilizio. Sviluppa nel 1991 uno strumento, il Telealarm, una sorta di scatola nera che, montata su una autovettura, trasmette automaticamente l’informazione di un incidente alle autovetture in arrivo. Ma è troppo in anticipo sui tempi, il concetto di sicurezza stradale dovrà ancora svilupparsi nel decennio successivo con l’obbligo delle cinture, air-bags ecc. Pertanto, le case automobilistiche, pur complimentandosi, non investono una lira nella realizzazione del progetto, che avrebbe evitato migliaia di incidenti. Un progetto, sembra impossibile, non attivo neppure oggi.

Sempre nel campo automobilistico, inventa il Dreamalarm, uno strumento che consente di evitare i colpi di sonno dei camionisti, fatto che provoca centinaia di morti l’anno e ingenti danni. Lo strumento è costituito da un occhio intelligente, posto sull’assale della ruota, che riconosce la presenza e il superamento di una riga bianca (o gialla) di delimitazione di corsia. L’informazione si trasforma in un allarme acustico in cabina che scuote il malcapitato salvandogli la pelle. Questa volta decide di produrre direttamente senza però costruire una rete commerciale. Un po’ come un hobby. Oggi il Dreamalarm è acquistabile tramite internet in kit di montaggio.

Sono anni intensi anche dal punto di vista personale. Sposato già dal 1980 con Marjetica Brecelj con cui ha condiviso tutta l’avventura imprenditoriale, hanno una bellissima figlia, Nevenka, nata il 14 gennaio 1985. Saranno proprio questi due punti fermi a formare la forza propulsiva e quella tranquillità interiore che consentirà al giovane ingegnere di sviluppare la sua inventiva. L’immagine di Nevenka diventa il “leit-motive” delle copertine di tutte le pubblicazioni tecniche di quegli anni. Anche “Prove in Sito”, una sorta di manuale delle indagini non distruttive, di recente edizione, porta sulla copertina un’immagine orientaleggiante di cui gli occhi sono, seconde me, di Nevenka.

È giocando con la figlia che sviluppa e produce l’ABC Dizionario dei piccoli, un metodo e un materiale simpatico che permette, attraverso il gioco, di imparare le prime parole delle lingue straniere. Come mezzo usa le figurine, le canzoni, i puzzles, un insieme divertente di giochi che trascina i bambini.

Poi inventa e produce il Poperpepe, una sorta di gioco a scacchi per bambini, in cui la scacchiera è la giungla con i suoi ostacoli ed i giocatori sono divisi tra animali, da una parte, e cacciatori dall’altra. Lo scopo è quello di attraversare la giungla indenni utilizzando le peculiarità dei singoli animali, l’ippopotamo passa il lago, la scimmia usa le liane, il leone fa scappare il cacciatore … insomma una partita simpatica dove per vincere bisogna usare le forze stesse della natura. Anche queste realizzazioni, raggiunto lo scopo del risultato inventivo, si riducono ad essere acquistate solo via internet, in quanto il gusto è inventare e non vendere.

Nel 1992 fonda il CIAS, Centro Internazionale di Aggiornamento Sperimentale-Scientifico, di cui faranno parte nomi prestigiosi del mondo accademico italiano ed europeo: il prof. E. Giangreco, il prof. P. Pozzati, il prof. T. Tassios, il prof. G. Creazza, il prof. A. Migliacci, il prof. B. Schrefler, il prof. E. Siviero, il prof. A. Di Tommaso, il prof. L. Jurina.

Con questa organizzazione promuove la conoscenza, nel mondo professionale, delle tecniche di indagine sui materiali e sulle strutture. Organizza decine di seminari nazionali sul tema della diagnosi, e convegni a cadenza triennale della durata di una settimana che si svolgono in diverse località europee: Malta, Corinto, Dubrovnik, …infine, nel 2004, in crociera sul Mediterraneo. Nel 2000 insieme ad un pool di professori e di esperti nel settore dei ponti pubblica il “Manuale per la Valutazione dello Stato di Degrado dei Ponti”. Il Manuale sancisce finalmente una metodologia scientifica per l’esecuzione del Censimento e della Ispezione attraverso una procedura razionale che permette di ottenere una individuazione numerica dello stato di degrado. Sulla scorta del manuale, che avrà ben presto il successo meritato fin dalla prima edizione del 2002, dirige gli analisti dell’azienda nella costruzione di un software dedicato alla gestione delle opere d’arte secondo le esigenze delle pubbliche amministrazioni. Uno strumento concreto che ben presto conquista il mercato e che viene adottato da decine di pubbliche amministrazioni. Anche in questa fase l’inventiva mostra il pioniere: risolve il caso dei Carichi Eccezionali attraverso un metodo scientifico, tutt’ora top-secret, che consente di calcolare automaticamente sulla base di poche informazioni tecniche la possibilità di passaggio sui ponti di un qualsivoglia carico.

Il lavoro e la fama di esperto, conquistata in venti anni di battaglie, lo fanno conoscere in molti paesi stranieri. Sarà chiamato quindi in California per studiare gli effetti dannosi di una giostra montata sopra un edificio, in Somalia per l’analisi delle strutture dell’ambasciata, in Libia per la verifica della condizione degli stadi, a Berlino per analizzare il compressore di idrogeno di un altoforno, a Madrid per l’analisi dei nuovi giochi del costruendo parco di divertimenti, a Mosca per l’analisi delle condizioni degli edifici Lermontov e così girovagando impara e si diverte.

Nel 2002 inizia la costruzione della nuova sede di Bolzano, una struttura moderna e funzionale che denota lo spirito d’avventura tipico dell’uomo. Infatti, è proprio un ponte che unisce fisicamente le due strutture in cui sono ubicati gli uffici e i laboratori. Un ponte simbolo della continua volontà di procedere in avanti.

Nella nuova sede, inaugurata nel 2003, mette insieme un pool di ingegneri che chiama “la mia squadra speciale” che assieme alle altre “squadre” esperte ed affidabili formate in tutta Italia rappresenta oggi una realtà invidiata all’estero ed apprezzata da migliaia di professionisti.

L’organizzazione dell’azienda procede con l’espansione in molte città dove apre delle filiali con personale tecnico qualificato. Si apre così, via via, a Treviso, Verona, Milano, Como, Torino, Genova, Piacenza, Modena, Bologna, Firenze, Fermo, La Spezia, Roma, Palermo e Cagliari. Sedi costruite con un’impronta molto personale.

Bolzano

Treviso

Roma

Idee e realizzazioni che rivoluzionano il campo della diagnostica strutturale.

Dal 2002 in avanti si impegna per la preparazione del personale che è diventato assai numeroso, oltre 130 tecnici. Nello stesso periodo sviluppa nuove idee che si trasformano in brevetti internazionali:
  • Metodo per la valutazione numerica dello stato di degrado dei ponti che si trasforma in un Manuale oggi utilizzato da oltre 150 amministrazioni e di cui le Linee Guida del 2019 ne fanno diretto riferimento
  • Metodo per la Valutazione della transitabilità dei carichi eccezionali che permette di conoscere, su un itinerario stabilito, lo stato di sollecitazione prodotto su un ponte al transito confrontandolo con quello consentito
  • Le prove di rilascio tensionale per strutture precompresse che permette di conoscere lo stato di compressione residua attraverso una indagine superficiale; nasce quindi il Discovery una apparecchiatura in grado di eseguire il test in maniera sistematica
  • Sviluppa un piccolo strumento, il Tensometer, che permette di conoscere lo stato di sollecitazione di un elemento in calcestruzzo (carota) estratto da un pilastro od una trave

La vita professionale è mescolata intimamente a quella privata. Lavora quando si diverte o si diverte quando lavora? Sua madre, un’arzilla signora di 101 anni, lo segue con affetto e lo incoraggia come un cucciolo alle prese col primo volo. Nel 2004, la famiglia Martinello, adotta una ragazzina Bielorussa, Ljuba nata a Minsk il 3 febbraio 1989. È un impulso ed un impegno ulteriore che condivide con la sua compagna di vita Marjetica. Con loro si nasconde spesso in un paesino istriano, Rovigno, e dalla terrazza di una casa rosa a picco sul mare cerca ispirazione scrutando l’orizzonte. Sono fughe necessarie, di riossigenazione, su una barca a vela che si chiama……. “pensaci tu”, tutto un programma.